Finalmente il ministero delle Politiche agricole ha fornito gli elenchi aggiornati e definitivi dei disciplinari delle Docg, Doc e Igt nazionali, dopo un anno intensissimo fatto di continui esami di richieste di modifiche di disciplinari anche nuovi, risalenti al 2010, da parte dei Consorzi di tutela. Questo perché fino a dicembre 2011 era possibile ritoccare le normative prima dell’entrata in vigore della legislazione europea, la quale richiederà tempi molto più lunghi per esami e approvazioni.
Attualmente l’Italia detiene 73 Docg (Denominazione di origine controllata e garantita), 330 Doc (Denominazione di origine controllata) e 118 Igt (denominazione geografica tipica).
I motivi che hanno mosso il mondo del vino a cambiare gli articoli del disciplinari produttivi sono molteplici. Uno dei principali è stato l’adeguamento a impianti più fitti riducendo il carico delle uve per pianta. Sostanzialmente però è stato il mercato a dettar legge con un sensibile aumento delle tipologie Spumante e Rosé e più in generale dei vini da monovitigno. Sugli Spumanti è da notare la scelta della regione Veneto, che come al solito si muove alla grande, che ha puntato ad una produzione esclusiva con rifermentazione in bottiglia (Metodo Classico) e che interessa le province di Belluno, Treviso, Padova, Vicenza e Verona, chiamandola “Vigneti della Serenissima o Serenissima”.
Alcuni consorzi hanno seguito le direttive comunitarie che premiano l’identificazione col territorio. La Romagna, ad esempio ha chiuso sotto questa denominazione i vini che prima si identificavano con il nome del vitigno tipo Sangiovese, Trebbiano e via dicendo. C’è anche chi ha scelto di far rivivere un vecchio vitigno come il Piemonte con il suo “Calosso”, solo tre comuni per un vino rosso dalla varietà “gamba rossa”. Per maggiori info: www.politicheagricole.gov.it