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Gianni Zonin: l’impresa privata. Agiamo su due fronti viticoltura e promozione

3 Ottobre 2011 Civiltà del bere
  Gianni Zonin è uno tra i più importanti viticoltori privati d’Italia. Con i suoi 1.800 ettari di vigneto distribuiti nelle sette regioni italiane a maggiore vocazione vitivinicola e dieci Tenute modello, rappresenta un esempio d’imprenditoria d’eccellenza. Oggi, accanto a lui, portano avanti la filosofia di famiglia i suoi tre figli: Domenico, Francesco e Michele. Ogni vino deve raccontare il territorio da cui proviene senza tralasciare né la sua storia, né il paesaggio. Per farlo, puntando sempre alla qualità, servono le migliori strategie di vendita e di promozione, senza mai dimenticare che il nostro mondo globalizzato impone sempre una crescita continua nei mercati internazionali e che, tuttavia, i produttori devono mantenere un buon equilibrio di vendite in particolar modo nel rapporto tra Italia ed estero.

Prepariamoci ai cambiamenti

Il settore vitivinicolo è un ambito che sta sicuramente soffrendo sia conseguentemente alla situazione economica mondiale sia per una diminuzione dei consumi dovuta ai nuovi stili di vita degli italiani. Il vino, tuttavia, resta la bevanda per eccellenza degli italiani, non a caso uno dei nomi del nostro Paese è Enotria. E non dimentichiamo che ha anche proprietà salutistiche e per questo va salvaguardato, fatto conoscere nella maniera giusta e valorizzato. Il nostro vino è anche sempre più un simbolo di una concezione edonistica della vita, richiama la convivialità, lo stare assieme, il benessere. Inoltre, considerato che non viviamo più in un mondo fondato sul concetto di lusso come ostentazione, senza incertezze si può prevedere che nel prossimo decennio, quello che va cioè dal 2010 al 2020, il suo consumo sarà sicuramente più attento e più equilibrato rispetto a quello registrato in tempi precedenti. Oggi il vero lusso è dunque la qualità.

Cosa fare domani: comunicazione corale

Io spero che questa consapevolezza passi anche alle nuove generazioni, come ho recentemente ribadito al Congresso di Assoenologi: “In un momento come questo, in cui l’azienda della nostra famiglia guarda ai suoi 190 anni di storia, Assoenologi ne compie 120 e il nostro Paese festeggia i 150 anni di Unità, e grazie all’impulso di questo nuovo premio, il Grappolo d’Oro 2011, il più ambito per chi, come me, ha dedicato la sua vita e il suo impegno di imprenditore al mondo del vino, auspico che la nostra azienda e il mondo del vino italiano continuino a sviluppare nuovi progetti, puntando con costanza a traguardi e successi futuri. La filosofia produttiva della Casa Vinicola Zonin che, da molti decenni, punta incessantemente a rafforzare il legame tra vino e territorio, intende migliorare la ricerca in vigna e in cantina e promuovere l’eccellenza qualitativa del vino made in Italy a livello internazionale”. Ecco perché nel prossimo decennio dobbiamo mettere in atto una seria e coordinata strategia corale di comunicazione e promozione enologica fondata sul concetto di qualità e, a un simile progetto, non devono prendere parte solo i produttori, ma anche le istituzioni, dal ministero dell’Agricoltura, alle Regioni, dalle associazioni di categoria ai giornalisti e gli operatori di settore.

Perseverare nella qualità

L’unico modo per creare sistema, in tale contesto, è il lavoro assiduo e accurato, appassionato e lungimirante, competente e sinergico, non parcellizzato ma aperto a grandi obiettivi. Negli ultimi 20 anni in Italia la qualità vitivinicola è migliorata in modo straordinario e dobbiamo continuare su questa strada. Per un miglioramento qualitativo ulteriore bisogna agire, dunque, su due fronti: il primo è la viticoltura, il secondo la promozione. In vigna ci vogliono cloni selezionati, impianti di terreni adatti, un numero di viti per ettaro adeguato, rispetto dei terreni e della natura, attenzione alla sostenibilità del lavoro in campagna. Realizzato un buon vino con uve sane, nostro compito, come produttori, è far conoscere quella che Pasteur definiva “la più sana e la più igienica delle bevande” a tutti. Dobbiamo perciò attivarci sulla promozione sia sul mercato interno sia su quello estero. Bisogna far conoscere agli italiani le valenze positive del vino, le peculiarità e la ricchezza in termini di biodiversità dei vitigni autoctoni, gli effetti salutistici di un consumo consapevole di questa bevanda. Contemporaneamente dobbiamo esportare le nostre eccellenze nel mondo e far apprezzare a tutti i Paesi europei e internazionali, emergenti e non, la qualità delle nostre etichette, anche grazie all’operato delle nostre istituzioni. E dobbiamo, infine, puntare a una crescita dell’esportazione. Va insomma, con strategie di marketing innovative, presidiato il mercato globale per far scoprire a tutti il valore del vino, simbolo tra i più forti del made in Italy, prodotto che fa sognare, conoscere il territorio e incentiva tutti a praticare turismo enogastronomico e culturale, così da permettere di conoscere meglio il nostro Bel Paese.  

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