La Liguria di Massimo Lupi è arrivata a Milano all’enoluogo di Civiltà del bere. Ieri sera il produttore di Pieve di Teco (Imperia), considerato uno tra i più innovativi della sua regione, ha presentato a una trentina di appassionati, giornalisti e addetti ai lavori le sue due punte d’eccellenza: Vignamare, il Pigato delle Colline Savonesi annata 2006 e l’OrmeascoLe Braje, Ormeasco di Pornassio Superiore Doc, sempre annata 2006. Ma prima di raccontare i suoi vini Lupi ha voluto condividere con i presenti quella che è la sua concezione del vino: «È un bellissimo accompagnatore della vita».
Calice alla mano è cominciata la degustazione del primo vino, il Pigato. «Questo bianco è nato nel 1988 da mio padre che desiderava dar vita a un vino longevo; in quegli anni erano pochi, pochissimi i bianchi da invecchiamento. Si bevevano solo bianchi giovani», ha spiegato Lupi. «Dell’annata in questione, la 2006 mi sono rimasti pochissimi esemplari e solamente in formato Magnum. Il vino affina per il 15% in barrique e per la parte restante in acciaio; trascorre inoltre 24 mesi sui lieviti». Gli viene chiesto quanto può essere lunga la vita di questo vino e Lupi risponde: «Certamente può superare in tutta tranquillità i 15 anni». Vignamare nasce da una vigna di 55 anni a 15 metri sul livello del mare e da piante che hanno una resa di 65 quintali di uva per ettaro (decisamente più bassa rispetto al disciplinare che ne consentirebbe fino a 120).
Il secondo vino in questione è stato l’OrmeascoLe Braje. «Il termine ligure, ma di derivazione longobarda, determinava gli appezzamenti di terreno dati a chi li aveva in gestione. Nel linguaggio dialettale locale designa anche i posti più assolati durante l’inverno», ha detto Massimo Lupi. Il vino affina per 23 mesi in legno vecchio e ha una piacevolezza molto interessante. Al termine dell’incontro l’ultima Magnum di Pigato, a grande richiesta dei presenti e per concessione del produttore, è andata all’asta. Partita da una base di 40 euro, il suo valore è salito a 80 e il Pigato è finito con grande soddisfazione, tra le mani di Daniele Paietti.
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