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Il fascino del territorio

24 Aprile 2010 Riccardo Oldani
Per chi vuole visitare il territorio del Prosecco Superiore, individuare il percorso da seguire non è certo difficile. Si può fare anche senza guide o libri a disposizione: il sistema collinare che si estende tra Conegliano e Valdobbiadene è così unico dal punto di vista paesaggistico, così caratteristico nella sua struttura orografica e altimetrica che non può esserci inganno. Le colline del Prosecco si innalzano improvvise sulla pianura [emember_protected] per chi arriva da sud: sono lunghe file di rilievi orientati tutti nella stessa direzione est-ovest, con i versanti sempre esposti a sud e nord. Quelli meridionali sono coltivati a vigneto dalla base fino alla cima, quelli settentrionali lasciano spazio a boschi, ogni tanto interrotti da radure dedicate a pascolo. Tutto il sistema si chiude a riccio su se stesso, come un’enorme fortezza naturale, ancor più protetto a nord dai rilievi che si innalzano fino alle vette delle Dolomiti venete. Quella della fortezza però non è solo una metafora per descrivere un territorio, è anche una notazione di carattere storico. Proprio per la loro fisionomia queste alture furono fin dal Medioevo considerate strategiche e difese da castelli e fortilizi. Ecco allora un mix di grande attrattiva turistica: il territorio del Prosecco è ancora un’oasi quasi incontaminata di verde nel cuore dell’industrioso Nordest. È al tempo stesso natura, domata dall’uomo con i suoi incredibili vigneti, e storia unita all’arte. Per queste sue caratteristiche è anche stata proposta per essere inclusa nella tentative list dei luoghi candidati al riconoscimento di Patrimonio dell’umanità dell’Unesco: la pratica è stata avviata l’anno scorso e ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di conoscerne l’esito. Centri ricchi di storia Conegliano, Valdobbiadene e Vittorio Veneto ne sono i centri principali, belli, puliti, ordinati, con tante suggestioni storiche. Ma tutto il territorio è cosparso di manieri, torrioni, fortilizi, antiche strutture che testimoniano la presenza di ricchi signori e di un utilizzo agricolo che si perde nell’antichità. Simbolo di tutto questo insieme di attrattive è senz’altro il Castello di San Salvatore a Susegana, proprietà della famiglia dei Collalto, dinastia millenaria che qui conserva ancora un’ampia fetta di un feudo che secoli fa era estesissimo. Il castello è anche un simbolo per il Prosecco, perché ogni anno ospita a maggio Vino in Villa, la più completa e approfondita manifestazione sul vino del luogo, organizzata dal Consorzio per far conoscere i propri prodotti al mondo, agli esperti, giornalisti e buyer di tutto il pianeta, ma anche ai consumatori. Quest’anno Vino in Villa si tiene dal 15 al 17 maggio e può essere davvero lo spunto per un’approfondita esplorazione della zona. Innanzitutto perché consente di degustare tutti i Prosecchi possibili e immaginabili, nel 2010 per la prima volta impreziositi dal marchio Docg. In secondo luogo perché il periodo dell’anno è forse il migliore: già caldo e non ancora afoso, piacevole e fresco di sera, luminoso di giorno per cogliere i riflessi dei pampini illuminati dal sole sulle mille Rive affollate di vigneti. Il castello, pesantemente bombardato durante la Prima guerra mondiale perché qui gli austriaci avevano stabilito il loro alto comando, domina un territorio vasto e verdissimo, lungo il quale lo sguardo si perde. Ora però è stato sapientemente recuperato e l’occasione di Vino in Villa diventa anche un pretesto per visitarlo, e immaginare la vita splendida che qui dovevano condurre gli antichi feudatari con la loro corte. Da qui ci si può muovere verso nord, raggiungere il vicino centro di Collalto con i resti dell’altro castello di famiglia, e poi per una via tortuosa portarsi fino a Refrontolo, dove ci si innesta nell’anello principale della Strada del Prosecco (oggi conosciuta come Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene). Questo percorso consente di toccare tutti i centri principali del distretto, come Farra di Soligo, Colbertaldo, la zona di Cartizze, Valdobbiadene, Tarzo, Carpesica, Conegliano e San Pietro di Feletto. Sempre la Strada del Prosecco (on line sul sito www.coneglianovaldobbiadene.it) propone altri itinerari, tra cui tre anelli tematici che seguono le terre del feudo dei Collalto, i luoghi storici e culturali tra Serravalle e Follina e anche un percorso dedicato al Torchiato di Fregona, un vino ottenuto da uve passite torchiate durante la settimana di Pasqua. Storia, tradizione e modernità Tra le tortuose stradine che si inoltrano nelle colline del Prosecco è anche bello perdersi. Girare senza una cartina sotto mano, facendosi trasportare soltanto dalla bellezza del paesaggio, inseguendo magari qualche cartello turistico a indicazione dei monumenti. Per esempio non si può perdere una visita alla pieve di San Pietro di Feletto, con antichi affreschi risalenti al XII secolo, che già attestano tra l’altro la coltura della vite in questo territorio. In quest’area, lontanissima dalla contaminazione industriale della pianura, è ancora facile trovare testimonianze della tradizione contadina. Come le frequenti cappellette, o capitelli, dedicate ai santi, alla Madonna o alla Sacra Famiglia. Spesso erano l’ultima risorsa a cui si affidavano i contadini, in un’epoca in cui l’agricoltura non poteva godere di sussidi né di tecniche scientifiche, ma spesso dipendeva dalla clemenza del tempo. Né mancano gli esempi di case rurali, di architettura povera e funzionale. E anche le antiche realizzazioni preidustriali, come l’incredibile Molinetto della Croda a Refrontolo. Si tratta di un mulino ad acqua, che alimentava nel Seicento una macina, usata dalla popolazione per produrre la farina. È un esempio della sapienza locale, che sfruttava, senza impatti sull’ambiente, l’energia dell’acqua lungo i numerosi salti che l’accidentata orografia delle colline del Prosecco impone ai corsi d'acqua. Molte di queste preziosità storiche sono state ristrutturate e costituiscono un importante tesoro che ha reso plausibile e praticabile la richiesta all’Unesco di annoverare il territorio nel suo Patrimonio dell’Umanità. Ora, queste strade sono anche tra le prime nella regione incluse nel progetto Veneto Mobile, che consente di avere informazioni sui luoghi e sulle bellezze del comprensorio, attraverso un innovativo sistema di assistenza ai turisti. Il servizio funziona attraverso i codici bidimensionali, quadrati composti da segni bianchi e neri che si possono “leggere” con la fotocamera di un cellulare e che rimandano automaticamente a una pagina del sito “mobile” (cioè per cellulari) del Turismo del Veneto (www.veneto.to/mobile/). Questi loghi, apposti sui cartelli di segnalazione dei monumenti, consentono al visitatore di avere informazioni in tempo reale sulle bellezze artistiche. Ma non solo. Anche con gli uffici del turismo chiusi permettono di individuare le Cantine, con tutte le notizie sulla loro storia, gli orari di visita, i vini e l’offerta di ospitalità. Inoltre, attraverso i codici bidimensionali c’è anche la possibilità di farsi consigliare i ristoranti dove gustare specialità del luogo, abbinate ovviamente al Prosecco. Anche il sito della Strada del Prosecco suggerisce luoghi dove dormire, dove mangiare, dove acquistare prodotti tipici, oltre alle Cantine. Insomma per chi decide di venire da queste parti, spunti e ispirazione di certo non mancano. [/emember_protected]

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