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In anteprima i dati del 3° Wine Trade Monitor sul mercato dei vini fermi

14 Giugno 2011 Jessica Bordoni
In anteprima per gli “enonauti” di civiltadelbere.com, ecco i risultati della terza edizione del Wine Trade Monitor, la ricerca di mercato qualitativa condotta dalle agenzie del Gruppo Sopexa, che quest’anno si è occupata del mercato dei vini fermi interpellando 1.530 professionisti del settore (di cui: il 40% sono importatori, il 12% grossisti, l'11% agenti, il 38% distributori e il 2% operatori web) provenienti da 12 Paesi export (Canada, Stati Uniti, Germania, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, Svizzera, Cina, Hong Kong e Giappone). Il questionario on line a cui gli operatori sono stati chiamati a rispondere, tradotto in 10 lingue, ha toccato diverse tematiche: 1) Evoluzione attesa delle vendite dei vini fermi. Il 55% dei professionisti prospetta un aumento di vendita dei vini fermi italiani nel corso del 2011, percentuale che sale al 56% per il 2012. Solo per il 13% le quote diminuiranno.  Secondo l’85% degli operatori del Nord America, il commercio con l’Italia crescerà; mentre c’è minore fiducia da parte dei Paesi Asiatici. Anche Russia e Paesi Bassi hanno attese di crescita notevoli, +85% e +67%; il Giappone segnala invece una discesa nelle vendite di vini italiani del -35% nel 2011 e del -27% nel 2012. In generale, secondo il 67% del target nel 2011 ci sarà un aumento delle vendite di vini fermi, e la percentuale raggiunge il 70% nelle previsioni per il 2012. Soltanto il 7% e il 5%, rispettivamente per il 2011 e 2012, si aspetta al contrario una diminuzione. Come nel 2010 Cina e Russia restano le due piazze in maggiore espansione e Stati Uniti e Canada prevedono un aumento del +18% e del +19%. Più contenuta la crescita del resto d’Europa (esclusa la Russia) con una tendenza attesa generalmente in salita. Male il Giappone: il 28% degli operatori giapponesi prospetta un calo per l’anno corrente. 2) Evoluzione del portfolio degli operatori. Il 57% dei professionisti ha già aumentato il proprio portfolio nel 2010 e il 59% prevede di fare lo stesso nel 2011 (la media di referenze è di 8,5). Grande ottimismo in particolare per i operatori di Russia, Canada e Cina; al contrario il 13% degli svizzeri pensa a una riduzione del numero di prodotti. 3)   Criteri di referenziamento delle origini.  Per il 94% il principale criterio di scelta dei vini è la stabilità della qualità gustativa. Prezzo e qualità della relazione con il fornitore sono poste al secondo e al terzo posto in ordine di importanza ma rispetto al 2010 il prezzo sembra perdere in termini di influenza (92% nel 2010, 87% quest’anno) rispetto al rapporto con il fornitore (nel 2010 la percentuale era del 79%, nel 2011 siamo all’84%), che risulta particolarmente rilevante per gli operatori cinesi e tedeschi e per gli agenti indipendenti e gli importatori in generale. 4)   Dinamismo percepito delle varie categorie di vini fermi. Le categorie maggiormente richieste sono i vini premium e i monovitigno mentre due tipologie forti ma in ribasso risultano i vini di primo prezzo e le Doc/Igp. I biologici, le etichette di marca e i rosé si situano in una fascia intermedia e i meno richiesti appaiono i private label e i prodotti a bassa gradazione alcolica. 5) Dinamismo percepito delle regioni di denominazioni europee. La regione percepita come più dinamica e in espansione per quel che concerne le vendite è la Bordeaux francese, in particolare secondo Cina, Russia e Hong Kong. Secondo i professionisti di Danimarca a occupare la prima posizione c’è il nostro Veneto; secondo la Svizzera la Toscana e la Puglia. 6)   Dinamismo percepito dei vari formati. La domanda della tradizionale bottiglia con tappo è sentita come stabile per il 60% degli operatori mentre le vendite di bottiglie con capsule a vite sono attese in aumento complessivo da parte del 60% del target. Per il bag in box le previsioni sono assai diverse da mercato a mercato:  picchi in positivo per Danimarca (75%) e Stati Uniti (49%) e in negativo per Hong Kong (5%) e Regno Unito (6%). 7)   Criteri di referenziamento dei vini fermi. Per il 55% dei Paesi (secondo gli operatori di Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Russia) il primo criterio di scelta è l’origine; a seguire il prezzo (Danimarca, Canada, Giappone e Hong Kong) che nel 2011 guadagna importanza a discapito del gusto (Cina e Belgio). 8)   Potenziali leve di crescita. Secondo il 90% degli operatori bisogna puntare sulle animazioni in punto di vendita, sulle degustazioni e i consigli dei sommelier per aumentare i commerci. Un altro 80% vede di buon occhio anche la formazione e la sensibilizzazione. Efficaci appaiono le forme di evidenziazione del punto vendite, soprattutto per gli esponenti statunitensi, giapponesi, canadesi e secondo gli operatori Gdo; mentre la pubblicità tradizionale è giudicata scarsamente efficace dal 45% degli intervistati. Quanto allo strumento del passaparola su internet, le opinioni sono assai discordi: è ben visto dai professionisti dei Paesi Bassi, Stati Uniti, Cina e Hong Kong mentre prevale un certo scetticismo per quelli provenienti da Russia, Germania, Belgio e Svizzera. I risultati dell’indagine saranno resi noti il 21 giugno a Bordeaux durante il prossimo Vinexpo, nel corso della conferenza “Il Vitigno, una carta vincente sul mercato internazionale?” e a partire dal mese di luglio sarà disponibile una versione cartacea a pagamento (www.sopexa.com).
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