La Toscana del vino si è affacciata nel 2011 con una mezza rivoluzione nel campo soprattutto delle denominazioni di origine.
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Al di là delle complesse problematiche connesse con l’applicazione del meccanismo di riconoscimento e protezione dei vini Dop e Igp a livello comunitario, a seguito della nuova Ocm-vino un buon numero di queste, infatti, ha visto approvate le richieste di modifica dei nuovi disciplinari. In particolare quasi tutte le Docg, ad eccezione del Brunello di Montalcino e del Carmignano, e alcune Doc, oltre all’Igt Toscana.
Le novità assolute però sono due: la Doc Grance Senesi e l’Igt Costa Toscana, il che porta la regione ad avere un patrimonio complessivo di 7 Docg, 37 Doc e 7 Igt. La nuova Doc, che ha richiesto circa due anni e mezzo di iter procedurale, abbraccia un territorio comprendente i comuni di Rapolano Terme, Asciano, Monteroni d’ Arbia, Murlo e parte di Sovicille per circa un migliaio di ettari di vigneto coltivati da 280 produttori potenzialmente interessati alla denominazione. Dieci le tipologie previste tra bianchi, rossi, passiti, vendemmie tardive oltre ai varietali Canaiolo, Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Malvasia bianca lunga. Il disciplinare di produzione stabilisce una densità d’impianto non inferiore a 3.500 piante per ettaro con rese oscillanti tra gli 80 e i 90 quintali d’uva per ettaro. Il titolo alcolometrico varia dagli 11 gradi del bianco e del monovarietale Malvasia bianca lunga fino ai 17 gradi del tipo passito.
Di rilevante interesse anche la nuova Igt Costa Toscana, i cui confini coprono un vasto territorio che si snoda da nord a sud della regione all’interno delle province di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto. Richiesta dall’Ente tutela Vini di Toscana in considerazione di particolari caratteristiche comuni delle condizioni, soprattutto climatiche, della fascia costiera, la nuova Igt è stata accolta e approvata in tempi rapidi, meno di due anni. Il disciplinare, approvato il 9 ottobre scorso, dà ai produttori un’ampia libertà di manovra potendo utilizzare, recita il testo, “tutti i vitigni idonei alla coltivazione nella regione Toscana”. Quindi, vini bianchi (anche nelle tipologie frizzante, abboccato e dolce), rosati (anche frizzante), rossi (anche abboccato e dolce), novello, passito e vendemmia tardiva. Oltre alle tipologie con l’indicazione aggiuntiva del nome del vitigno.
Alla direzione generale dello sviluppo economico della Regione non hanno dubbi che la nuova Igt Costa Toscana potrà avere successo. «Da diversi anni», dicono, «nell’ambiente si discuteva dell’opportunità di istituire questa Igt per almeno due motivi: anzitutto perché la viticoltura della fascia costiera negli ultimi anni ha registrato una riconoscibilità e una sicura valorizzazione grazie a produzioni di grande interesse; in secondo luogo perché il termine Costa Toscana è facilmente identificabile anche dai consumatori stranieri».
Se queste sono le novità assolute, la Regione Toscana ha dato parere favorevole per l’istituzione di altre Docg e Doc, che però devono ancora seguire l’iter previsto prima di arrivare all’approvazione da parte del Comitato nazionale vini e alla successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Tra queste figurano addirittura quattro richieste per la Denominazione controllata e garantita: Elba Aleatico Passito, Montecucco Sangiovese, Val di Cornia Rosso e Suvereto. Si tratta di tipologie già facenti parte delle rispettive Doc e che adesso chiedono di passare ad un’autonoma Garantita. Parere favorevole della Regione anche per le nuove Doc Terre di Pisa, Val d’Arno di Sopra e Maremma Toscana, quest’ultima attualmente a Igt.
Come si può constatare, il dinamismo del mondo vitivinicolo toscano dà segni di vivacità nonostante il periodo di crisi. «Anzi, è proprio in questi momenti che il sistema produttivo è impegnato più di prima», commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Salvadori. «Quello dei produttori toscani è un comportamento virtuoso in tempo di crisi perché significa che essi pensano soprattutto al futuro, come dimostrano le forti richieste di contributi per la riconversione e la ristrutturazione dei vigneti. Nella campagna 2009-2010 la Regione Toscana ha erogato circa 15 milioni di euro a favore di circa un migliaio di viticoltori per una superficie di poco superiore ai 2 mila ettari di vigneto. Inoltre, per la campagna 2010-2011 sono già stati richiesti oltre 13 milioni di euro. Inutile negare che il comparto risente della crisi mondiale», dice ancora Salvadori, «però le Case vinicole toscane sono tenaci e la loro dinamicità fa bene sperare per un pronto recupero nei prossimi anni».
E a proposito di interventi per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, va sottolineato come la Regione Toscana abbia privilegiato in questi anni le misure “attive”, quelle volte cioè ad aumentare la competitività del settore nell’ottica delle profonde riforme apportate dalla nuova Ocm-vino. Nei fondi rimodulati nel 2010 queste misure (compresa la promozione) rappresentano, infatti, circa l’81,94% del totale contro il 41,71% della media nazionale. L’importo massimo finanziabile per la ristrutturazione e riconversione degli impianti vitati è fissato in 9.500 euro ad ettaro, un importo che a molti pare essere troppo basso rispetto agli alti costi che i viticoltori devono sostenere nelle aree a vocazione viticola. L’aiuto in questione, infatti, costituisce in molti casi appena il 20% del costo totale dell’impianto.
Intanto occorre dire che l’ultima vendemmia in Toscana è stata ovunque di ottima qualità, con punte di eccellenza nelle zone più vocate. Nel complesso la produzione è stata inferiore di oltre il 10% rispetto alla raccolta del 2009, ma è stata superiore la percentuale dei vini a Doc e Docg (62,14% contro il 59,86% dell’anno precedente). Questo conferma ancora una volta come le aziende toscane facciano leva sulla qualità per battere la concorrenza internazionale sui diversi mercati. Le premesse per superare la crisi ci sono tutte, ma certo non dipende solo da loro trattandosi di una crisi pressoché globale.
Promozione tutta Toscana
Da alcuni anni ormai la Selezione dei Vini di Toscana assorbe una buona parte delle energie e dei finanziamenti della Regione attraverso il braccio esecutivo di Toscana Promozione. Se, infatti, nelle sue prime edizioni l’attenzione e l’impegno dell’ente che ha sede nel capoluogo toscano a Villa Fabbricotti erano importanti, non avevano tuttavia quel notevole rilievo che hanno oggi. Basti pensare che all’ultima edizione, svoltasi nel novembre scorso a Siena, la Selezione ha visto la partecipazione di ben 1.364 vini, 962 dei quali (di 411 Cantine toscane) hanno superato la soglia di punteggio di 82/100, e quindi sono risultati promossi, o meglio selezionati. Come è noto, dapprima per consuetudine e adesso per regolamento, le etichette scelte saranno utilizzate nei prossimi due anni, fino cioè alla prossima edizione della Selezione dei Vini di Toscana, per le attività di promozione della Regione in Italia e all’estero. Una bella vetrina per le aziende promosse, non c’è che dire, che hanno dunque interesse a partecipare a questo importante concorso.
Al Vinitaly 2011 tutti questi vini saranno proposti all’interno dello spazio istituzionale della Regione Toscana (pad. 8 ) con degustazioni libere e guidate secondo la formula, inaugurata con successo nella passata edizione, che prevede una durata di soli 15 minuti e tre soli vini in assaggio presentati da un sommelier Ais.
I vini della Selezione hanno avuto il loro battesimo all’estero nel gennaio scorso durante l’Italian Wine Week di New York con l’appoggio dell’Ice e successivamente a Londra con la partecipazione di 75 aziende toscane. Il calendario delle presentazioni è continuato alla recente Prowein di Düsseldorf e proseguirà, dopo il Vinitaly, ai primi di maggio a Milano in occasione di Tutto Food. Qui sarà organizzato anche un workshop e sono previste due degustazioni guidate.
Essendo questo l’anno di Vinexpo, Toscana Promozione sarà presente a Bordeaux con uno stand istituzionale di 450 metri quadri, il più grande mai allestito dopo quello di Verona. Stand che ospiterà, sotto il coordinamento dell’ente pubblico, aziende private, Consorzi ed enti locali, tutti fiduciosi in una ripresa delle esportazioni. Naturalmente anche a Vinexpo (ed è la prima volta che accade) saranno mostrati i vini della Selezione e se prima il compito di guidare le degustazioni era affidato agli enologi incaricati da Toscana Promozione, adesso saranno le stesse aziende a presentarli ai visitatori.
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