Alla quarta edizione, l’Anteprima ha riunito 13 Consorzi per presentare le nuove annate. Con un focus su territori meno noti, ma che costituiscono il 40% della produzione vinicola regionale, la manifestazione ha confermato l’importanza crescente di queste aree sia a livello nazionale che all’estero.
L’unione fa la forza. E così anche questo febbraio, 13 Consorzi (tra Doc e Igt) si sono ritrovati a Palazzo Affari a Firenze per accendere i riflettori sulle denominazioni meno mainstream ma sempre più rilevanti nel panorama vinicolo regionale. Durante l’edizione 2025 della manifestazione L’Altra Toscana sono state presentate le nuove annate di Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Cortona, Chianti Rufina, Terre di Casole, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana Igt. Un panorama molto diversificato, sia per le annate che per le tipologie di vino, che ha dato grande spazio al Vermentino della costa, ai blasonati Super Tuscan ma anche a piccole produzioni emergenti.
Il livello qualitativo della Toscana continua a crescere
Siamo passati dai vigneti appenninici e dal Riesling coltivato sulle Alpi Apuane fino al Malbec della Maremma del sud, attraversando Cortona e i suoi Syrah. Abbiamo ritrovato con sollievo etichette che il giorno prima, alla manifestazione Chianti Lovers, si erano fatte notare per la loro assenza. Ci siamo destreggiati tra vendemmie molto diverse tra loro, partendo da campioni dell’annata 2024 fino ad arrivare alle Riserve storiche.
Un tasting tecnico estremamente eclettico e variegato, articolato in cinque percorsi di degustazione: Bianchi, Sangiovese in purezza (minimo 85%), Blend di Sangiovese, Internazionali e Altri autoctoni (che ci auguriamo di vedere sempre più numerosi). A livello qualitativo, si registra un’evoluzione positiva. Sebbene sia inevitabile la presenza di difetti – tracce di acetaldeide, fenoli, sovraestrazioni – si va verso vini sempre più puliti, con una maggiore definizione aromatica e un ritorno a una freschezza che li rende più verticali e facilmente approcciabili.
Il peso strategico delle “piccole” denominazioni
La manifestazione ha ribadito il valore di un segmento produttivo che, pur non avendo a livello internazionale la stessa visibilità delle grandi Docg toscane, è un pilastro del comparto regionale. Con un patrimonio enologico che rappresenta circa il 40% della produzione toscana, queste realtà hanno un peso enorme e in ascesa nel mercato, suscitando un grande interesse da parte di buyer e critici. Francesco Mazzei, alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, spiega: «Con L’Altra Toscana abbiamo intrapreso, anni fa, un percorso di valorizzazione e comunicazione delle innumerevoli diversità che ci caratterizzano. È stato fatto un grande lavoro di squadra per poter offrire agli ospiti un viaggio tra Denominazioni che nascono in territori magnifici e che hanno ancora molto da raccontare»