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Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Un’impronta dinamica e moderna. 

27 Luglio 2024 Civiltà del bere
Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Un’impronta dinamica e moderna. 

Il Consorzio che racchiude le 13 Denominazioni d’origine del territorio lancia sei etichette Docg identitarie, uniche e riconoscibili. Si lavora allo sviluppo enoturistico e a una Douja d’Or itinerante nel mondo. L’ambizione diretta a una maggior internazionalizzazione e l’attenzione alle nuove generazioni.

Custode delle tradizioni viticole, della bellezza storica e naturale del Monferrato, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato è anche motore d’innovazione e fucina di progetti per rendere l’identità del territorio e dei suoi vini sempre più riconoscibili in Italia e nel mondo. Una missione che negli ultimi 10 anni ha portato, per dirla con le parole del suo presidente Vitaliano Maccario, «a una crescita esponenziale, non solo in termini di volume produttivo ma anche per quanto riguarda la qualità e la reputazione dei nostri vini sui mercati nazionali e internazionali».
La leggera flessione produttiva di un’annata complicata come la 2023 (-4% rispetto al 2022) ha lasciato spazio al trend positivo del primo trimestre 2024 e per il prossimo futuro le scommesse si chiamano sviluppo dell’enoturismo e attenta e continua valorizzazione delle 13 Denominazioni d’origine, che comprendono 4 Docg (Barbera d’Asti, Nizza, Ruché di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri) e 9 Doc (Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato e Piemonte).

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Inediti stilemi di comunicazione identitaria dei vini del Monferrato, ognuno capace di dipingere una diversa sfumatura del territorio, sono le nuove etichette pensate dal Consorzio per le Docg. Presentate all’ultimo Vinitaly, hanno un design comune ma personalità cromatica distinta e un’impronta digitale stilizzata (che richiama quella che appare nel logo del Consorzio) a simboleggiare l’unicità e la diversità del patrimonio vitivinicolo che rappresentano, ma anche il loro comune denominatore. «Questo progetto, “Uniti nella diversità”, intende dare valore all’essenza stessa dei nostri vini e ai valori che essi racchiudono», continua Maccario, «che sono eleganza, qualità, forte identità e grande passione per il territorio del Monferrato. Parlare di identità significa riconoscere e sviluppare le peculiarità di ogni denominazione, ma anche unire queste diversità in un tessuto comune piemontese, coeso e unitario». Ogni etichetta rappresenta un vino delle Docg: una per la Barbera d’Asti, una per la Barbera d’Asti Superiore, una per il Nizza, una per il Ruchè di Castagnole Monferrato, una per Terre Alfieri Nebbiolo e una per Terre Alfieri Arneis; ma tutte sono accumunate dalla stessa visione.
In cantiere il Consorzio ha anche iniziative per sviluppare la ricettività e aumentare le visite sul territorio. «Stiamo investendo risorse e idee in un’iniziativa di ampio respiro, che si prefigge di valorizzare e promuovere il Monferrato non solo come eccellenza vitivinicola, ma come destinazione enoturistica a 360 gradi, ricca di tradizioni gastronomiche e culturali», spiega ancora Maccario. «Questo progetto, che verrà presentato ufficialmente a settembre, rappresenta un passo fondamentale nel nostro percorso di promozione.

Le nuove etichette Docg presentate a Vinitaly con Filippo Mobrici, vicepresidente del Consorzio, il produttore Giorgio Gozzelino, Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio, Franco Cavallero, presidente dell’Associazione produttori Ruchè, Franco Luigi, presidente dell’Enoteca regionale Colline Alfieri dell’Astigiano, Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura

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Uno degli aspetti centrali è la nostra volontà di assumere un ruolo di capofila nell’organizzazione della Douja d’Or, tra le manifestazioni più prestigiose legate al mondo del vino, che si tiene ad Asti. L’ambizione è quella di trasformarla in un format itinerante che, partendo dalla cittadina, possa esportare la cultura del vino e dell’enogastronomia del Monferrato in altre parti del mondo».
L’ambizione diretta a una maggiore internazionalizzazione si sposa alla promozione delle referenze tutelate verso una nuova generazione di consumatori. «La Barbera d’Asti, con la sua innata freschezza e immediata bevibilità, si rivela essere in effetti un vino particolarmente apprezzato dalle nuove generazioni», conclude Maccario. «Parallelamente, denominazioni come il Grignolino d’Asti e il Ruchè di Castagnole Monferrato stanno registrando un’interessante ascesa di popolarità tra i giovani consumatori.
La loro riscoperta può essere attribuita alla tendenza verso vini che si distinguono per leggerezza e freschezza, caratteristiche ideali per occasioni conviviali e meno formali. Questi vini, grazie alla loro accessibilità e a un profilo gustativo di grande piacevolezza, rappresentano veri e propri ponti culturali che invitano i giovani a innamorarsi non solo delle specifiche etichette, ma dell’intero panorama enologico del Monferrato e dell’Astigiano».

Dieci anni di Nizza Docg

Uno dei fiori all’occhiello della produzione vitivinicola piemontese, la Docg Nizza – inizialmente sottozona della Barbera d’Asti Docg – brinda al decennale del suo riconoscimento con numeri in costante crescita. Nel 2023, con un +27% rispetto al 2022, la produzione totale ha superato il milione di bottiglie: un trend che sta proseguendo anche nei primi mesi del 2024.
Questo vino è l’espressione più autentica del terroir di Nizza e del suo comprensorio, un territorio collinare Unesco formato da 18 comuni – da Agliano Terme a Vinchio, passando per il cuore di Nizza Monferrato – che, grazie alle sue specifiche condizioni pedoclimatiche, permette al vitigno Barbera di esprimere le sue migliori potenzialità. Le aziende che rivendicano la denominazione sono arrivate a circa un centinaio, 85 delle quali fanno parte dell’Associazione produttori del Nizza, nata nel 2002. L’ambizioso progetto di zonazione, oggi in corso, ha l’obiettivo di arricchire ulteriormente il valore e il riconoscimento della denominazione attraverso l’introduzione delle Unità geografiche aggiuntive.

Il raro Ruché avanza

Il Ruché di Castagnole Monferrato è uno dei più rari vitigni autoctoni tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano. Doc dal 1987 e Docg dal 2010, viene oggi prodotto nei sette comuni astigiani di Montemagno, Grana, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo, Viarigi e naturalmente Castagnole Monferrato, che gli presta il nome. Ma il Ruché era finito nel dimenticatoio all’inizio del Novecento.
La rinascita è partita negli anni Settanta grazie alla riscoperta fortuita di un parroco illuminato, Don Giacomo Cauda, ribattezzato il “Dom Pérignon del Monferrato”, che ne riprese la produzione dopo averne ricevuti alcuni filari come dote parrocchiale a Castagnole Monferrato. Da allora ha registrato costanti e progressivi apprezzamenti che lo rendono oggi un’espressione di identità e varietà del territorio. Gli ettari vitati sono passati dai 95 del 2011 ai 205 attuali, la produzione da 450 mila bottiglie a 1 milione e 100 mila. L’Associazione produttori del Ruché, nata nel 2001, promuove il vino e il suo territorio, riunendo le competenze e le esperienze della maggior parte dei produttori per organizzare e prendere parte ad eventi, in Italia e all’estero, sotto una comune bandiera.

La piccola gemma di Terre Alfieri

La denominazione Terre Alfieri, pur se relativamente recente nell’ambito delle classificazioni vinicole italiane, ha rapidamente guadagnato stima e riconoscimento per la qualità dei vini bianchi e rossi che produce. Ottenuta la Doc nel 2009 e la Docg nel 2020, comprende il Terre Alfieri Nebbiolo e il Terre Alfieri Arneis.
I vini bianchi Terre Alfieri Arneis rappresentano un’espressione unica, una gemma, del patrimonio vinicolo italiano. Il vitigno, che significa letteralmente “piccolo, difficile” in piemontese, riflette le sfide colturali associate alla sua produzione, ma anche la rara qualità del vino che ne deriva.
I terreni argillosi e sabbiosi conferiscono al vino mineralità e freschezza. La zona beneficia anche di un microclima unico, influenzato dalla vicinanza delle Alpi e del mar Ligure, che assicura una maturazione lenta e graduale delle uve, fondamentale per lo sviluppo del bouquet aromatico.
Nella produzione dei bianchi Terre Alfieri Arneis, i viticoltori si dedicano a pratiche sostenibili e a metodi di vinificazione che rispettano e valorizzano il carattere unico del vitigno. 

Foto di apertura: Il Consorzio sta portando avanti una serie di progetti per rendere l’identità del territorio e i suoi vini sempre più riconoscibili nel mondo

CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI DEL MONFERRATO

piazza Vittorio Emanuele II 10
Costigliole d’Asti (Asti)
0141.32.43.68
consorzio@viniastimonferrato.it
www.viniastimonferrato.it
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Realizzato in collaborazione con Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2024. Acquista

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