«Ritengo che la Sicilia abbia un assoluto bisogno della Doc per valorizzare non solo i vini ma anche tutte le altre denominazioni esistenti. Infatti, specialmente all’estero, le altre Doc – a parte Etna e Pantelleria che hanno un proprio marchio territoriale molto forte - sono sconosciute». Ha commentato così il presidente di Assovini, Diego Planeta, la notizia di una nuova riformulazione della Doc Sicilia che l’assessorato regionale all’Agricoltura ha inviato al Comitato nazionale vini. La precedente proposta era rimasta in sospeso a causa dei rilievi espressi sui vitigni autorizzati nei blend - due per i bianchi e uno per i rossi - e per la composizione dei vigneti in ambito aziendale. Ora invece si indicano quattro vitigni per i bianchi (Insolia, Catarratto, Grillo e Grecanico) e quattro per i rossi (Nero d'Avola, Frappato, Nerello Mascalese e Perricone) da utilizzare in entrambi i casi per almeno il 50%, sia congiunti che disgiunti. Inoltre nella proposta inviata al Comitato nazionale vini c’è anche indicato il nome dell’Igt di ricaduta cioè “Terre Siciliane”. Infatti l’attuale Igt perderà il nome di ”Sicilia“ in favore della futura Doc.