Il rating dell’annata 2021, attualmente in commercio, è di quattro stelle e mezzo. Ma la manifestazione, giunta alla edizione numero 30, ha permesso di degustare anche le Riserve 2020 e le versioni 2019, 2018 e 2016. Le note di degustazione delle 15 etichette che ci hanno maggiormente colpito
La denominazione del Vino Nobile di Montepulciano si estende su circa 1.100 ettari per un totale di 6,9 milioni di bottiglie all’anno. Sotto i riflettori di questa trentesima Anteprima c’era la produzione dell’annata 2021 e le Riserve 2020, ampliando però l’assaggio alle referenze targate 2019, 2018 e 2016. Il rating della 2021 è di quattro stelle e mezzo. Il Consorzio, che già l’anno scorso aveva introdotto la novità di dare le stelle all’annata in commercio e non a quella vendemmiale, da questa edizione introduce per la prima volta il mezzo punto.
La presentazione dell’annata 2021
La presentazione dell’annata 2021 è stata curata dal neo Master of Wine Italiano Andrea Lonardi, che ha sottolineato come il cambio del clima non sia da riferirsi solo all’aumento di temperatura, ma anche alla forte alternanza di sbalzi termici importanti con gelate primaverili, concentrazione di pioggia molto intensa in poco tempo e colpi di caldo; tutti fattori che stanno fortemente indebolendo il sistema vascolare delle piante. Ha evidenziato che il vigneto del futuro deve essere ripensato per affrontare le prossime sfide. «L’areale di Montepulciano è molto interessante», ha precisato, «perché soffre meno dello stress idrico rispetto ad altri territori dove c’è una componente scheletrica più presente nei suoli, come nel Chianti Classico e in alcuni areali di Montalcino».
L’andamento climatico
A livello meteorologico l’annata è stata caratterizzata da scarsa piovosità (concentrata a febbraio), una gelata in aprile (dannosa nei vigneti più bassi), e da mesi estivi, in particolare giugno e settembre, più caldi della media, soprattutto per effetto delle temperature massime. Conseguenza della combinazione gelo e siccità è stata la paradossale situazione per cui verso la metà di luglio nelle zone “alte”, non colpite dal gelo, dove l’uva era presente in quantità normale, le piante cominciavano già a palesare i primi segni di stress idrico, mentre nelle zone “basse”, dove i grappoli erano pochissimi a causa della gelata, le piante erano ancora ben idratate.
La vendemmia 2021 nel calice
Alla prova dei bicchieri la 2021, intensa nei profumi e strutturata, non sempre è stata interpretata bene, spesso per la presenza di una tannicità abbondante e finali leggermente amarognoli. E qui veniamo a un punto nodale: nell’areale, più che l’annata sembra che emergano gli stili aziendali, che per fortuna rispetto al passato si stanno evolvendo verso una concezione più equilibrata, meno appesantita dal legno, più improntata al territorio. Questo sforzo lo registriamo, perché è una nota positiva, speriamo però che la tendenza a interpretare il Nobile come un vino materico ma equilibrato, più agile, più dinamico, fresco e moderno aumenti fra i produttori.
Il 2020 in vigna
Dal punto di vista meteorologico giugno è stato caratterizzato da temperature di quasi 4 °C sotto la media del periodo e da una piovosità doppia rispetto alla media, che ha abbondantemente reintegrato le riserve idriche dei terreni. Luglio e agosto hanno avuto un decorso che rientra nella norma: le temperature massime si sono portate spesso sopra i 30 °C ma sono stati pochi i giorni in cui hanno superato i valori critici di 36-37 °C; le piogge si sono concentrate in pochi eventi di forte intensità che in collina poco hanno giovato alle piante, poiché il ruscellamento delle acque è stato forte.
Il mese di settembre ha avuto due fasi: i primi venti giorni sono stati una successione di belle giornate con temperature ben sopra la media, soleggiate e asciutte; l’ultima decade invece è stata caratterizzata da forti temporali, in qualche caso accompagnati da violente grandinate, e da un drastico abbassamento delle temperature. In ottobre gli eventi piovosi sono stati frequenti, soprattutto nella seconda metà del mese. Le piogge ovviamente hanno interferito fortemente con le operazioni di raccolta che, iniziate già verso il 15 di settembre in alcune aree della denominazione, si sono protratte senza interruzione, al fine di evitare scadimenti qualitativi da infezioni botritiche, fino alla prima settimana di ottobre.
Riserve 2020 alla prova del calice
All’assaggio le Riserve ci sono sembrate più libere dal legno soverchiante (che un tempo era la normalità), lontane dallo stile opulento e monolitico che spesso le caratterizzava, anche se i tannini sono ancora un po’ rigidi e abbisognano di un po’ di tempo per armonizzarsi. I segnali promettenti di un cambiamento in atto sono dunque evidenti e sempre di più si nota la differenza tra i produttori che sanno leggere l’annata in vigna e usano un approccio meno interventista nella vinificazione e nell’affinamento.