I commenti

I commenti

Abbattiamo il Tafazzi che è in noi

1 Dicembre 2023 Alessandro Torcoli
Abbattiamo il Tafazzi che è in noi
Cultivated steak, meat from the plant stem cell, New food innovation, no killing. Laboratory grown meat background

L’editoriale dell’ultimo numero cartaceo del 2023 affronta il problema dei pregiudizi e dei preconcetti sul cibo che da ormai vent’anni influenzano la vita e la politica italiana. Dal caso della carne sintetica agli Ogm, i voti contrari del Parlamento sono condizionati da logiche lobbistiche e un po’ miopi. E con il tempo le posizioni di destra e sinistra si sono in gran parte capovolte. Una riflessione.

Parliamo di cancel culture: anziché imbrattare l’effige di Montanelli o le sculture di Colombo, cominciamo ad abbattere il monumento a Tafazzi che è in noi. Anche ai piani alti. Il nostro Paese nel volgere di un decennio sarà sbattuto fuori, anzi si sarà auto-escluso da alcuni settori e si ritroverà ai margini dalla competizione globale, arrancante consumatore e non più produttore. Un temibile scenario, in difesa di… di… non ci viene di che cosa.

Il voto sulla carne sintetica

Tale osservazione può essere sostenuta da numerosi esempi, alcuni più comprensibili e corroborati dall’appoggio etico della popolazione, chiamata a esprimersi con il voto (ad esempio, contro l’energia nucleare), altri derivati dall’afflato populista della politica che piega a se stessa temi importanti, come il bando degli Ogm (Organismi geneticamente modificati) e – tema di attualità – la produzione di carne coltivata o “sintetica” come la definiscono i detrattori. Il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida era “inebriato dall’imminente approvazione della legge che ne proibirà la produzione e il commercio”, scrive Mattia Feltri su La Stampa del 16 novembre, il quale ammonisce (come molti altri commentatori) che se l’Unione europea la ammetterà, toccherà ammetterla anche a noi.
Esattamente com’è accaduto con gli Ogm, che stanno sereni sugli scaffali dei nostri supermercati. D’altronde, il ministro è perfettamente in linea con Coldiretti, il cui presidente Ettore Prandini è stato protagonista – sempre il 16 novembre – di un’elegante tenzone con il deputato Benedetto Della Vedova di +Europa, che con altri stava manifestando contro l’approvazione di questa legge.

Il precedente degli Ogm

Quindi, che sia per il più banale lobbismo o per un intimo credo etico, il ministro ha avallato la decisione di uscire da questo mercato, proprio come la ministra delle Politiche agricole Nunzia Di Girolamo nel 2016 aveva bandito gli Ogm. A dirla tutta, l’ardito incursore di questa battaglia era stato il “verde” Alfonso Pecoraro Scanio nel 2001. Addirittura, il 13 febbraio 2001, millecinquecento scienziati italiani si diedero appuntamento alla Camera dei deputati per protesta contro questo oscurantista bavaglio alla ricerca, forti di un manifesto pubblicato a novembre 2000 e sostenuto dal premio Nobel Renato Dulbecco, che denunciava questa messa al bando. Ma siamo nella lunga notte della ragione: oggi la Scienza conta ancora meno di 20 anni fa, screditata da teorie cospirative che alimentano decisioni più di pancia che di cervello. Ci siamo meritati quindi i Tafazzi e l’autolesionismo.

Il ribaltamento delle posizioni in politica

Passiamo ora a una riflessione socio-politica, che ci ha lasciati sbigottiti, dopo aver analizzato la questione: in vent’anni si è verificato uno sconcertante ribaltamento di posizioni, dove la destra è diventata sinistra e viceversa. Non sappiamo spiegarcelo e perciò ci appelliamo a chi studia questi fenomeni. Negli anni Novanta le persone di destra passeggiavano gioiosamente nei supermercati del tutto incuranti del benessere delle vacche, di cui stavano acquistando qualche pezzo. Probabilmente, all’epoca, se avessero potuto ottenere uno sconto del 30% o doppi punti fragola sarebbero serenamente passati sopra l’origine più o meno sintetica del prodotto.
Contemporaneamente, in qualche profumata osteria delle Langhe, i pionieri (tendenzialmente comunisti) di Slow Food si battevano affinché Frisona, Chianina e Fassona potessero assurgere a Trinità del benessere, simboli di qualità e salubrità, contro ogni industria. E ricordiamo le ragioni della destra: i comunisti col Rolex si potevano permettere di cenare a Fassona, ma viva il McDonald’s che sfama il popolo.

E nel nostro settore le cose non vanno meglio

Come mai, trent’anni dopo, le posizioni si sono invertite? Suggeriamo una ricerca universitaria, dipartimento Scienze sociali, sul tema. Tanto non la leggerà nessuno. Ma tutto ciò, cosa c’entra col vino? L’abbiamo presa alla larga, ma il discorso è identico se parliamo di vitigni resistenti o di vino a bassa gradazione o senz’alcol. Che a noi piaccia o meno non è importante (su queste pagine, ad esempio, abbiamo espresso perplessità a chiamarlo vino, senz’alcol) ma un giorno potremmo essere costretti a comprare quello degli altri e un Paese leader mondiale nella produzione enologica sarà fuori dai giochi, disarmato. Alla faccia del sovranismo.

Foto di apertura: il recente voto parlamentare contro la carne sintetica ha riacceso il dibattito sui cibi modificati o creati artificialmente © DyrElena – Shutterstock

I commenti

Una rivoluzione per la civiltà

Nell’editoriale del primo numero cartaceo del 2025 di Civiltà del bere, il […]

Leggi tutto

Siamo (davvero) in una fase di transizione

Nell’editoriale dell’ultimo numero di Civiltà del bere il direttore Alessandro Torcoli introduce […]

Leggi tutto

È l’ora della verità (per fare informazione con onestà intellettuale)

Pubblichiamo l’editoriale dell’ultimo numero di Civiltà del bere (3/2024) in cui il […]

Leggi tutto

Cosa resta dell’ultimo Vinitaly? La riflessione di Luciano Ferraro

L’appuntamento veronese è stata l’occasione per accendere i riflettori sul grande tema […]

Leggi tutto

L’insostenibile pesantezza della sostenibilità

Il Convegno per i 100 anni del Consorzio Chianti Classico è diventato […]

Leggi tutto

Cinquant’anni all’insegna del “bere meno ma meglio”

Il giornalista Cesare Pillon ci accompagna in questo viaggio alla scoperta dei […]

Leggi tutto

50 anni di storia del vino: da alimento a buon mercato a prodotto di culto

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

I 10 errori da evitare (e che ho commesso) per diventare Master of Wine

Per una volta scriverò in prima persona, ma è inevitabile. Non che […]

Leggi tutto

Non sottovalutiamo le sottozone

Sempre più denominazioni stanno lavorando per individuare aree omogenee, tali da potersi […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati