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Nel 2011 arrivano Malanotte Docg, Venezia Doc e Piave Doc

11 Gennaio 2011 Elena Erlicher
Due nuove denominazioni, Malanotte Docg e Venezia Doc, più una modifica sostanziale della Doc Piave sono le novità 2011 per i vini della zona del Piave. È del 22 dicembre, infatti, pochi giorni prima di Natale, la firma dei decreti di riconoscimento da parte del ministero dell’Agricoltura. Infine, il 7 gennaio, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ha definitivamente stabilito la nascita delle denominazioni. La Docg Piave Malanotte o Malanotte del Piave, che parte dalla vendemmia 2008, è riservata ai vini da Raboso Piave al 70%, Raboso veronese al massimo 30% e altre varietà raccomandate al massimo 5%. Le rese non devono essere superiori alle 12 tonnellate per ettaro ed è prescritto un invecchiamento di 36 mesi, di cui almeno 12 in botte. Questo significa che le prime bottiglie a Docg usciranno sul mercato già a novembre di quest’anno. Le tipologie della Doc Venezia sono Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay, Pinot grigio, bianco spumante e frizzante, rosso e rosato (anche spumante e frizzante). La zona di produzione comprende le province di Venezia e Treviso. La denominazione ha un’importanza strategica per i vini di questa zona, sia dal punto di vista dell’identificazione e della valorizzazione del territorio, sia nei confronti del mercato internazionale. Per quanto riguarda la Doc Piave sono state apportate le modifiche adeguate all’entrata in vigore delle due precedenti denominazioni. L’intero progetto è stato promosso dal Consorzio di tutela vini del Piave, che ha presentato la richiesta ufficiale nel luglio del 2009. A questa è seguito un percorso burocratico di un anno e mezzo, supportato dall’assessore all’Agricoltura del Veneto Franco Manzato, prima, e dal ministero dell’Agricoltura, poi, per arrivare a quello che il presidente del Consorzio Antonio Bonotto ha definito un “passaggio epocale” per l’area di produzione del Piave, che cambierà lo scenario vitivinicolo locale. «Il proposito con cui sono nate le nuove denominazioni», prosegue Bonotto, «è quello di rilanciare e consolidare le produzioni dell’area del Piave per aprire nuove prospettive di mercato. I nuovi disciplinari assecondano la necessaria evoluzione che ogni attività che guarda al futuro deve avere, senza trascurare l’imprescindibile legame tra uomo, terra, storia, cultura e tradizione, bensì rinnovando tale vincolo ogni qualvolta, in qualsiasi parte del mondo, si stappa una bottiglia di Malanotte del Piave, di Piave Doc o di Venezia Doc».
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