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Il Nebbiolo e le sue nuove (o vecchie) case

29 Aprile 2021 Anita Franzon
Il Nebbiolo e le sue nuove (o vecchie) case

Non solo Piemonte. Anche se il Nebbiolo non è un vitigno che si adatta a tutti i luoghi, ci sono produttori in giro per il mondo pronti a scommettere di poter trovare una nuova casa alla nobile varietà italiana. Ecco, dunque, quali sono le nuove scommesse degli enologi. Ma c’è un’area, su tutte, che rimane, anche per la stampa estera, la culla indiscussa di questo vitigno: è la Valtellina.

Per approfondimenti: Wine Enthusiast e Grape Collective


Profondamente legato alle sue origini nel nord Italia, il Nebbiolo è l’oggetto dei desideri di molti produttori in tutto il mondo, alcuni dei quali hanno iniziato a identificare il terroir ideale per questo vitigno anche lontano dalla sua culla.

Le nuove case del Nebbiolo

Wine Enthusiast ha individuato tre promettenti regioni vinicole in cui la varietà che deve il suo nome alle nebbie autunnali piemontesi può dare buoni frutti.

L’Argentina: il Nebbiolo degli expat

Gli immigrati italiani introdussero il Nebbiolo in Argentina tra il XIX e l’inizio del XX secolo, periodo in cui molti i piemontesi riuscirono a trovare nuova vita e fortuna nel Sud America. Viña Alicia è il frutto di una queste storie di lontane e fruttuose migrazioni. L’azienda nella regione Cuyo è stata tra le prime Cantine argentine a creare versioni di Nebbiolo di alta qualità. Ora Viña Alicia è l’unico produttore a usare uno dei cloni originali tramandati da Francisco Ferraris, il bis-bisnonno del proprietario Rodrigo Arizu. Il vino prodotto ha tonalità rubino che evolvono verso il granato con l’invecchiamento e le note tipiche del Nebbiolo sia al naso, sia all’assaggio.

Dall’altra parte del mondo in Australia

Dopo un lungo viaggio, il Nebbiolo è approdato anche dall’altra parte del mondo: in Australia. Qui si trovano quasi 700 acri (circa 280 ettari) coltivati a Nebbiolo, principalmente nelle aree vinicole di Yarra Valley, Hilltops, Adelaide Hills e Margaret River. L’enologo Luke Lambert, titolare dell’omonima Cantina nella Yarra Valley, ritiene che il suolo e il clima della sua regione siano particolarmente adatti alle varietà italiane e, tra queste, anche il Nebbiolo prodotto nel vigneto Denton, dove Lambert ottiene un vino dai sentori di frutta rossa fresca, floreale, speziato, dai tannini fini e ottima freschezza.

La Virginia, il posto segreto del Nebbiolo

Per anni la coltivazione del Nebbiolo in Virginia è stata considerata come una piccola gemma; un segreto ben custodito dall’enologo di origini piemontesi Luca Paschina, direttore generale di Barboursville Vineyards. Paschina piantò alcuni ettari di Nebbiolo nel 1995, ma oggi questo vitigno sta guadagnando sempre più popolarità tra i produttori dello Stato. Qui si ottiene un vino dagli aromi distintivi di fragola, agrumi canditi, mix di fiori e cioccolato. La nota agrumata sarebbe la caratteristica distintiva del Nebbiolo della Virginia, che vanta uno stile ispirato al Barbaresco, sia per la coltivazione, sia nell’affinamento.

Ritorno alle origini: la Chiavennasca

Chi, invece, predilige il Nebbiolo nella sua terra d’origine dovrà recarsi in Valtellina, dove le vigne di Chiavennasca (nome locale per Nebbiolo) crescono aggrappate a vertiginosi pendii. Sul blog Grape Collective, i coniugi Dorothy J. Gaiter e John Brecher raccontano il “Rinascimento della Valtellina” avvenuto anche grazie alla nuova generazione di produttori. I due giornalisti portano l’esempio di Cristina Scarpellini di Tenuta Scerscé, viticoltrice che si è inserita nel contesto valtellinese nel 2008 dopo un inizio di carriera come avvocato a Milano. I vini descritti – Nettare, Rosso di Valtellina Doc 2018, Essenza, Valtellina Superiore Docg 2016 e Infinito, Sforzato di Valtellina Docg 2016 – sorprendono la coppia, che scrive: “Sono diversi da qualsiasi Nebbiolo assaggiato finora”. I vini vengono descritti come spigolosi ma eleganti, “con una tensione e un’acidità ai frutti di bosco così sorprendente e piacevole che ne abbiamo ordinati altri online” concludono i degustatori.

Foto di apertura: João Neves – Wine Enthusiast

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