5O anni di storia del vino

50 anni di storia del vino: Feudi di San Gregorio, la grande determinazione nella ricerca dell’eccellenza

6 Luglio 2024 Civiltà del bere
50 anni di storia del vino: Feudi di San Gregorio, la grande determinazione nella ricerca dell’eccellenza

Lo sviluppo della Cantina della famiglia Capaldo è andato di pari passo a quello del territorio irpino. I progetti single vineyard e SuperCampanian. La collaborazione con studiosi ed esperti del settore.

Con 300 ettari di vigneto e oltre 30 milioni di fatturato, Feudi di San Gregorio è tra le più importanti aziende vinicole del Sud Italia. Fondata nel 1986 dalla famiglia Capaldo, in questi quasi 40 anni la Cantina ha contribuito in maniera decisiva alla valorizzazione della tradizione enologica campana attraverso la ricerca e la sperimentazione applicate al territorio e alle sue varietà autoctone.
«Alla fine dell’800 l’Irpinia era il terzo polo produttivo italiano», racconta il presidente Antonio Capaldo. «Poi, complice il periodo della fillossera e altri sfortunati eventi, la superficie coltivata si ridusse e la maggior parte delle aziende decisero di vendere il mosto anziché imbottigliare: questa regione dalla storia vitivinicola millenaria si trasformò così in una grande “sleeping beauty”. Feudi di San Gregorio ha cercato di ricomporre questa frattura, reinterpretando l’anima agricola locale e ridando all’Irpinia e ai suoi vini il posto al sole che spettava loro di diritto».

La sfida dei SuperCampanian

Lo sviluppo della Cantina va in parallelo a quello del territorio: un percorso fatto di incontri, progetti e valori condivisi, come il coraggio, la determinazione e la ricerca dell’eccellenza. «La mia famiglia non veniva dal mondo del vino, ma l’amore per la nostra terra e la volontà di ricreare lavoro e opportunità dopo il terremoto del 1980 ci portarono a investire in questo comparto. Subito decidemmo di coinvolgere personalità e istituzioni autorevoli, come il professor Attilio Scienza e l’Università degli Studi di Milano, con cui avviammo un’analisi degli antichi biotipi e delle tecniche di allevamento.
Tra i nomi da ricordare ci sono anche quelli del professor Luigi Moio, oggi presidente dell’Oiv, e del wine-maker Riccardo Cotarella, attuale presidente di Assoenologi. La crescita fu rapida ed esponenziale: alla fine degli anni Novanta eravamo la più grande azienda imbottigliatrice privata del Mezzogiorno, grazie anche alla visione di Enzo Ercolino, all’epoca alla guida dell’azienda.».
Il decennio successivo viene dedicato al consolidamento, ma anche al lancio di nuovi progetti, come i single vineyard e i SuperCampanian, vini capaci di raccontare il territorio in maniera diversa, a partire dall’eccellenza di un appezzamento. «Penso in particolare al nostro Aglianico Serpico, che prende nome da un vigneto pre-fillossera con piante secolari, e al Merlot Patrimo, da un piccolo vigneto di 80 anni».

La nascita di Dubl e la collaborazione con Simonit&Sirch

Nel 2003 ha visto la luce Dubl, la linea di bollicine Metodo Classico da varietà autoctone realizzata in collaborazione con il guru dello Champagne Anselme Selosse. Nel 2004 a Sorbo Serpico viene inaugurata la nuova cantina. «Visitatissima ancora oggi, fu una delle prime cantine di design, con annesso un ristorante che nel 2009 è stato insignito della stella Michelin grazie anche alla consulenza dello chef Heinz Beck».
Nel decennio 2000 comincia anche la collaborazione con gli agronomi e preparatori d’uva Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, autori di un fortunato metodo di potatura. «Nel 2003 li abbiamo chiamati a lavorare da noi. Con Pierpaolo Sirch abbiamo poi avviato una collaborazione a tempo pieno, fino a farlo responsabile della produzione. A lui devo moltissimo: si è impegnato tanto per far sì che un’azienda come la nostra potesse coniugare i numeri con la qualità e la tracciabilità in un territorio estremamente frammentato, con circa 800 particelle vinificate separatamente».
Dopo il 2010 la ricerca e la sperimentazione sul campo porta all’avvio del progetto FeudiStudi, una sorta di library aziendale per capire il potenziale di ogni singola varietà e il valore delle diverse microzone. In parallelo si punta a un potenziamento strutturale e valoriale. «Siamo diventati una società Benefit, poi
B corp, e abbiamo investito anche in altri territori, come il Vulture con Basilisco, Bolgheri con Campo alle Comete e i Colli Orientali del Friuli con Sirch. L’impostazione si è fatta pluriregionale, sempre però preservando l’autonomia di ogni singola realtà produttiva. Questo ci ha permesso di arricchire le competenze del gruppo e al tempo stesso di dare ai nostri clienti la possibilità di comprare vini diversi da una sola struttura commerciale». 

Un racconto della biodiversità italiana

Tra i meriti di Feudi di San Gregorio c’è quello di aver raccontato la biodiversità e la ricchezza del patrimonio ampelografico italiano. Se la Falanghina è il vino che ha fatto conoscere il brand in tutto il mondo, il cru di Greco di Tufo Cutizzi è tra i bianchi più ricercati nella ristorazione. Tra le etichette più rappresentative ci sono anche due Aglianico: il Taurasi Piano di Montevergine e il già citato Serpico, Campania Doc. Due vigneti posti uno di fronte all’altro, ma due stili di vinificazione molto diversi: il primo secondo le regole del Taurasi Riserva; il secondo con un affinamento in legno più corto, per enfatizzare la potenza del vigneto secolare da cui nasce. «Ancora oggi il Serpico è il nostro vino di fascia alta più apprezzato in America e Germania, due dei nostri mercati principali».
Riavvolgendo il filo del tempo si arriva agli anni post-Covid, che inevitabilmente segnano l’inizio di un nuovo ciclo, con tanti progetti legati alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale, perché come ricorda Antonio Capaldo: «Per avere una prospettiva di lungo termine bisogna lavorare molto sia sull’ambiente che sulla comunità di riferimento».

Foto di apertura: la Cantina irpina si impegna da sempre nella valorizzazione delle varietà autoctone, come il Fiano di Avellino

FEUDI DI SAN GREGORIO

località Cerza Grossa
Sorbo Serpico (Avellino)
0825.98.66.75
info@feudi.it
www.feudi.it
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Realizzato in collaborazione con Feudi di San Gregorio

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2024. Acquista

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