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2020, l’anno delle aste

1 Ottobre 2020 Anita Franzon
2020, l’anno delle aste

Da Pinchiorri a Sotheby’s le aste sembrano non conoscere crisi. Il ristorante fiorentino ha venduto 2.500 bottiglie della sua Cantina e la famosa casa londinese ha realizzato anche quest’anno incassi da capogiro. Quali sono allora le regioni del mondo su cui vale la pena puntare?


Giorgio Pinchiorri ha contribuito a costruire una delle carte dei vini più impressionanti del mondo nella sua Enoteca di Firenze, ma una piccola parte di questo immenso patrimonio è stata venduta per il debutto europeo della casa d’aste Zachys.

All’asta 2.500 bottiglie provenienti da Pinchiorri

Durante l’evento che si è svolto lo scorso 12 settembre al Cabotte Wine Bar and Restaurant di Londra sono state messe all’asta e vendute oltre oltre 2.500 bottiglie provenienti da Firenze per un totale di 4,1 milioni di dollari. La partnership tra la newyorkese Zachys ed Enoteca Pinchiorri arriva mentre i ristoranti sono in difficoltà, ma i vini da collezione rimangono molto richiesti. «Un ristorante pluripremiato considera la sua cantina una risorsa fondamentale», ha detto Giorgio Pinchiorri a Wine Spectator, continuando: «Abbiamo messo all’asta solo una piccola parte dei nostri vini e le ragioni per cui lo abbiamo fatto sono la riorganizzazione della cantina e il finanziamento di nuovi progetti di ristorazione». Visto il successo ottenuto, Zachys sta già programmando una seconda asta a Londra a novembre.

Acquirenti sempre più giovani

Il successo delle aste in un anno di profonda crisi per la maggior parte dei settori è testimoniato anche da Sotheby’s, che ha recentemente pubblicato il rapporto di metà anno. Oltre a vendite (molte delle quali avvenute on line) di vini e liquori per 45 milioni di dollari, la famosa casa d’aste registra anche un aumento sostanziale degli acquirenti più giovani. Complessivamente, ben il 20% degli offerenti era una new entry e, tra questi, il 50% ha un’età compresa tra i 20 e i 30 anni (The drinks business).

Su cosa investire?

The drinks business lo ha chiesto a Kevin Cheng, direttore di Kaigai Fine Wine Asia. Secondo Cheng, oltre a Bordeaux e Borgogna, ci sono altre regioni da tenere d’occhio, tra cui «alcuni vini dal Sud America, in particolare Argentina, Cile e Uruguay, che hanno recentemente ottenuto punteggi eccezionali da riviste e guide di spicco». Ci sono poi Cantine dell’Australia, della Nuova Zelanda e degli Stati Uniti (soprattutto l’Oregon e le regioni dei Finger Lakes nello Stato di New York) che stanno crescendo molto e i prezzi di questi vini sono aumentati negli ultimi anni.

E in Europa?

In Europa, invece, continua l’esperto: «Si osserva un rinnovato interesse per luoghi come il Priorat in Spagna, la Sicilia e il Friuli-Venezia Giulia in Italia, così come per Jura, Valle della Loira e sud-ovest della Francia. Molte di queste regioni hanno un grande potenziale, ma per vederle come oggetti da collezione ci vorrà un po’ di tempo, quindi non farà male acquistare alcune bottiglie e metterle in cantina».

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