In Italia In Italia Anita Franzon

Le filosofie del Nebbiolo spumante

Le filosofie del Nebbiolo spumante

Gli spumanti italiani sono nati in Piemonte, a Canelli, dove Carlo Gancia nel corso dell’Ottocento cominciò a studiare i segreti della rifermentazione in bottiglia, il metodo che fino a qualche tempo fa poteva essere chiamato Champenoise. Lo sguardo infatti era rivolto ai grandi Champagne, ma la ricerca di casa Gancia si era dapprima concentrata sulle uve che meglio si adattavano al territorio piemontese, dove Chardonnay e Pinot nero non avevano una storia, mentre erano diffusi vitigni autoctoni come il capriccioso quanto prezioso Nebbiolo e il dolce Moscato.

Nebbiolo spumante, una tipologia storica

Uva che più assomiglia al Pinot nero, il Nebbiolo ha un passato dolce e spumeggiante. Il presidente americano Thomas Jefferson in visita a Torino nel 1787 assaggiò un vino Nebbiolo «vivace come lo Champagne», mentre il “Nebiù” d’Asti fu inserito negli elenchi dell’epoca tra gli spumanti. Il Nebbiolo Gancia Spumante venne ancora prodotto nel corso del Novecento. La versatilità di questo vitigno non può essere messa in dubbio, ma la maggior parte delle Cantine piemontesi decise di abbandonarne la produzione forse perché difficoltosa e poco redditizia. Nel frattempo il Nebbiolo si stava trasformando nella varietà prediletta per grandi vini come il Barolo e il Barbaresco a cui ha dato colore, profumi, struttura, eleganza e notorietà.

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Grappoli di Nebbiolo pronti per la pressatura

Erpacrife: quattro amici in vigna per ridare al Nebbiolo l’antica veste

Per ritrovare il Nebbiolo spumante si deve fare un salto temporale in avanti di quasi due secoli. Si deve, inoltre, riporre fiducia nel sogno e forse anche nell’incoscienza di quattro giovani ragazzi, figli di produttori, che subito dopo il diploma alla Scuola enologica di Alba decidono di tornare a spumantizzare uve autoctone piemontesi. «Nel 1999, poco più che maggiorenni, ci siamo lanciati in quest’avventura. Abbiamo capito che il Nebbiolo era il vitigno che faceva per noi», afferma Erik Dogliotti.

Da allora è nata Erpacrife, una società di amici uniti anche nel nome, acronimo di Erik Dogliotti, Paolo Stella, Cristian Calatroni e Federico Scarzello. Partita con 500 bottiglie, l’azienda è oggi una delle principali realtà spumantistiche del Piemonte, questo perché il progetto si è allargato: oltre al Nebbiolo spumante, i quattro enologi producono un Bianco da Erbaluce, Cortese, Timorasso e Moscato, quest’ultimo protagonista di una terza etichetta, uno spumante dolce con rifermentazione in bottiglia, di difficile produzione, dato che i lieviti non esauriscono del tutto gli zuccheri a disposizione. I più curiosi possono chiedere a uno dei soci di Erpacrife che fine ha fatto l’annata 2008. (Spoiler: è un finale piuttosto rumoroso. Col botto!).

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Federico Scarzello, Cristian Calatroni, Paolo Stella ed Erik Dogliotti di Epacrife

Il secondo progetto Enosol

Grazie alle competenze tecniche raggiunte, dalle costole di Erpacrife è nato un secondo progetto: Enosol, azienda di consulenza, tiraggio e sboccatura conto terzi «una doppia realtà che ci consente di portare avanti e far conoscere la nostra idea», spiega Dogliotti. Oggi sempre giovani, anche se con più esperienza e successi alle spalle, i ragazzi di Erpacrife si possono considerare i fautori di una riscoperta. Sono infatti molte le Cantine in tutto il Piemonte con una propaggine anche in Val d’Aosta, che hanno deciso di ridare al Nebbiolo la sua antica veste.

Due filosofie per rendere il Nebbiolo spumante

Erpacrife ha individuato a Madonna di Como, frazione di Alba, la vigna adatta ai suoi scopi. Qui, grazie a terreni magri e leggeri, a un’altitudine di 400 metri ed esposizione a est, le uve raccolte anticipatamente hanno le caratteristiche necessarie per donare un’ottima base spumante. La vendemmia manuale di tutti i grappoli avviene in due tempi. Il primo raccolto viene pressato, mentre l’uva della seconda vendemmia subisce macerazione, passaggio che non avviene in altre aziende per la difficoltà nel controllare l’estrazione di tannini verdi e poco fini. Dopo una prima fermentazione, il vino sosta per almeno 36 mesi sui lieviti e dalle prossime vendemmie uscirà in una veste tutta nuova: la bottiglia albeisa per spumanti. Mentre Erpacrife e altri produttori raccolgono la totalità del grappolo operando una scelta in vigna in base all’epoca di maturazione, esiste un seconda scuola, nata nel 2004, ma operativa dal 2010 e guidata dall’enologo Sergio Molino.

La seconda filosofia di vigna è su Civiltà del bere 01/2016. Per leggerla acquista l’ultimo numero nel nostro shop (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com.
Buona lettura!

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© Riproduzione riservata - 28/03/2016

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