Come vivono il passaggio generazionale le aziende vinicole italiane? Dopo aver intervistato Piero Antinori e Michele Zonin sull'argomento, a Urbino, durante un summit delle famiglie del vino nell’ambito della manifestazione Urvinum, lo abbiamo chiesto a Carlotta Pasqua, figlia di Carlo, impegnata da anni nell'omonima Cantina veronese e presidente dell’Agivi (Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani), che ha così cominciato: «Noi figli siamo piccoli alberi rispetto ai grandi, i nostri padri».
SBAGLANDO SI IMPARA - Carlotta ha poi parlato della sua esperienza personale: «Carlo, mio padre, mi ha sempre lasciato fare le mie esperienze; si è messo in disparte innumerevoli volte, permettendomi anche di sbagliare. Io rappresento la terza generazione in azienda e spero di aver ereditato almeno un po’ del suo sesto senso».
CI VUOLE UNA FIGURA "CUSCINETTO" - Anche per lei, come per Piero Antinori, è importante avere nell’organico una figura esterna della quale si ha piena fiducia perché copra un ruolo “cuscinetto” fra la generazione in uscita e quella in entrata. E in aggiunta alle “tre P” (passione, pazienza e perseveranza) delle quali parlava Antinori a proposito del passaggio generazionale nella sua azienda, Carlotta ha aggiunto: «La professionalità è oggi più che mai necessaria, prima ancora del cognome che si porta».